Personal branding esempi

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Immagine esempio

Cristiano Ronaldo, Salvatore Aranzulla e Chiara Ferrragni hanno una cosa in comune: sono tre esempi di personal branding.
Di che cosa si tratta? Della costruzione di un brand personale. Come si fa?

AZIENDE, PERSONE, CITTÀ

Sicuramente, è più facile capire il significato di “brand identity” quando si parla di aziende o di realtà analoghe. La brand idendity comprende il nome, il tono di voce, il logo, i colori, lo slogan, il font utilizzato, i valori, il target e la fama di un’azienda o di un’associazione no-profit.

Esiste anche il city branding, che serve a creare e a promuovere l’immagine di una città.

Invece, quando si deve parlare di personal branding, le cose si complicano. Innanzitutto, non tutti quelli che se lo sono costruito, hanno puntato su slogan o su elementi grafici.

Ad esempio, vi ricordate lo slogan o il logo di Chiara Ferragni? Certo, ha un logo (un occhio azzurro con le ciglia molto lunghe) ma non è la prima cosa che viene in mente quando si pensa a lei.

È più facile che si visualizzino il suo volto e i suoi capelli. Idem, mutatis mutandis, per Salvatore Aranzulla e per Cristiano Ronaldo (che però è aiutato dal soprannome, CR7, e dal fatto d’indossare sempre la maglia numero 7).

In altri casi, si pensa sia alla “fotografia” della persona sia al marchio della sua azienda. Tre esempi lampanti: Mark Zuckerberg, Steve Jobs e Giorgio Armani.

Poi, c’è chi ha lavorato sugli elementi grafici e sullo slogan. Per esempio, la youtuber giapponese Eriko Kawasaki, il cui canale si chiama Erikottero. Come potete intuire, ha fatto un gioco di parole e infatti spesso prima dei suoi video si vede l’animazione del disegno di un elicottero. L’elicottero compare anche su alcuni dei suoi prodotti.

PERSONAL BRANDING CANVAS

Tuttavia, il personal branding non si può limitare a questo.

Proviamo a tracciare una sorta di personal branding canvas (senza ripetere le cose che abbiamo scritto prima). Come abbiamo già fatto spesso, non c’interessa dare una definizione di brand identity ma c’interessa che ne cogliate il significato.

In primo luogo, ha che fare con i valori di una persona. Naturalmente, ci riferiamo ai valori che riguardano la sua vita professionale. Altrimenti, non c’interessano.

In secondo luogo, bisogna capirne la mission: qual è il suo obiettivo? Perché ha deciso di fare quell’attività?

Spesso valori e mission sono connessi. Se io credo nella solidarietà, è probabile che faccia qualcosa per aiutare gli altri. Allo stesso modo, anche passione e gusti possono determinare la mission. Eriko reputa interessante la cultura giapponese e ha deciso di farla conoscere al pubblico italiano.

Terzo: qual è l’immagine che si vuole dare di sé? I video di Chiara Ferragni con Fedez e con Leone o di Benedetta Rossi ci restituiscono un’idea di persone normali. Anche alcuni politici (altro mondo in cui ci sono molti esempi di personal branding) hanno puntato su questa strategia di comunicazione.

Quarto: qual è il target? Al pari di tante aziende, molte celebrità funzionano solo all’interno della propria nicchia. Addirittura, il pubblico generalista spesso ignora l’esistenza di alcuni influencer. Un influencer condiziona le scelte dei suoi follower ma non quelle degli altri.

In più, è bene ricordare che si può avere un brand personale forte anche in un’area geografica molto circoscritta.

Inoltre, spesso chi ha un brand personale molto forte è, di fatto, il testimonial della propria azienda o ha alle spalle un’azienda ben strutturata.

Dulcis in fundo, com’è il portfolio? Come sono le recensioni? Quali sono i plus? Sono cose importanti visto che il personal branding riguarda la vita professionale.

Vi è piaciuto l’articolo? Fatecelo sapere. Vi invitiamo anche a cercare altri esempi di personal branding.

la redazione

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