Lo slug di WordPress: un fattore importante

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Foto Slog di wordpress

Che cosa s’intende per slug quando si parla di seo e in particolare di WordPress?

Chi ha letto l’articolo precedente si ricorderà che abbiamo lasciato indietro questo argomento dicendo che era un po’ tecnico e che bisognava approfondirlo con un pezzo a parte.

Lo slug è una parte dell’url ed è esattamente l’ultima parte dell’url.

Quando una persona vuole leggere un articolo di un blog o visitare una pagina di un sito, può cliccare sul link che fa accedere direttamente a quell’articolo o a quella pagina. Questo link si chiama Url.

Ecco un esempio preso da questo sito.

https://www.ottimositoweb.it/parole-chiave-ne-esistono-9-tipi/

Questo è un Url.

L’ultima parte, quella che va da “parole” a “tipi” è lo slug.  C’è lo slash finale (/) ma in questo momento non c’interessa.

PARAMETRICI O PARLANTI?

Gli slug (e di conseguenza gli URL) possono essere di due tipi: parametrici o parlanti.

Gli slug parametrici sono quelli in cui c’è una serie casuale di numeri, di lettere e di segni d’interpunzione. Queste serie senza senso vengono generate automaticamente ed è quasi impossibile tenerle a mente. È invece del tutto impossibile utilizzarle per capire l’argomento di un post o di una pagina.

Al contrario, con quelli parlanti il lettore può capire su che cosa verte un articolo o una pagina. Questo è dovuto al fatto che sono formati da parole di senso compiuto.

Anche i motori di ricerca preferiscono quelli parlanti, sia perché il lettore riesce a orientarsi meglio sia perché li trovano più facili da comprendere e quindi da indicizzare. Naturalmente, bisogna mettere la parola chiave.

Non a caso, quando si scrive un testo su WordPress e si va a controllare la parte seo, Yoast segnala come errore rosso (cioè grave) l’assenza della keyword (o di parte di essa) nello slug.

Lo slug parlante rientra nel discorso della user experience, cioè dei siti che sono sempre più a misura di lettore, sempre di più incentrati sugli utenti

Impostazioni

Un url parlante è composto dall’indirizzo del sito, dallo slug parlante e da un’altra parte.

Questa parte può essere la data di pubblicazione, il mese di pubblicazione, la categoria e può essere il nome della pagina. Può anche non esserci niente. Cioè, si può mettere lo slug subito dopo lo slash dell’indirizzo del sito.

Queste cose riguardano le impostazioni di permalink (il permalink è un tipo di url). Una volta decise è sconsigliato modificarle perché se lo facciamo il rischio che un lettore che clicca sul link si trovi di fronte alla scritta “Pagina non trovata” è molto alto. Certo, si possono modificare le impostazioni ma bisogna fare il reindirizzamento (o redirect).

Url, title, slug, seo e WordPress

Un elemento analogo all’url è il title, che è una cosa diversa dal titolo.

Il title è formato dal titolo e da altri elementi come il nome della pagina, il nome del sito, la categoria, un separatore (-). Non deve essere né troppo corto né troppo lungo. La cosa positiva è che si può giocare con questi elementi, aggiungendoli o togliendoli.

Allo stesso modo, è sconsigliato fare url troppo lunghi. A questo scopo, si possono eliminare dallo slug articoli e altre parti superflue. Invece, tra una parola e l’altra dello slug bisogna mettere un trattino.

In questo articolo abbiamo parlato dello slug facendo riferimento a WordPress ma è un concetto utile anche per chi fa seo utilizzando altre piattaforme, anche se queste non usano questo termine.

Vi suggeriamo di esercitarvi individuando quelli parlanti e quelli parametrici e provando a simulare la creazione di url di tipo parlante. Scriveteli nei commenti.

 

la redazione

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