Qualche tempo fa abbiamo parlato del museo delle opere d’arte brutte e adesso parliamo del Museo del Fallimento.
Si chiama Mox, è nato nel 2017 e si trova in Svezia. Più precisamente, a Helsingborg.
ESEMPI
Il suo fondatore è uno psicologo che ha voluto esporre dei prodotti che non hanno avuto successo commerciale. Anzi, che sono stati dei flop. E molti lo sono stati nonostante le aziende produttrici avessero creduto molto in loro e gli fosse stata fatta molta pubblicità.
Ci sono circa più di 150 pezzi. Tanti di questi fallimenti riguardano aziende di livello mondiale. Si va dalle lasagne prodotte dalla Colgate agli occhiali Glass di Google. Ci sono anche la Apple, la Microsoft e Amazon. Queste ultime due sono accomunate dal fatto di aver cercato di posizionarsi bene sul mercato degli smartphone senza riuscirci.
Certi prodotti hanno fallito perché sono arrivati troppo in anticipo sui tempi come nel caso di alcuni smartphone. Oppure troppo in ritardo, come nel caso di un telefono per le videochiamate da casa uscito quasi in concomitanza con i primi smartphone. Lo ha fatto un’azienda svedese e visto che anche il museo è svedese probabilmente è per questo motivo che ci molte cose provenienti da questo Paese. E così abbiamo il dentifricio prodotto da un’azienda che fa armi o la bicicletta di plastica il cui insuccesso è stato così grande da portare al fallimento l’azienda che l’ha fatta.
La Coca Cola ha toppato due volte: con la coca al gusto di caffè e con la Coke II, che era fatta con una formula nuova. Quest’ultima è stata ritirata dal mercato a cause delle tante proteste dei consumatori nostalgico della Coca Cola di sempre.
Ci sono anche un gioco un gioco da tavola con l’immagine di Trump sulla scatola e la macchina di Ritorno al futuro. Questa vettura ha avuto un successo enorme nella finzione ma un po’ meno nella realtà.
Tramonti
Nel museo c’è spazio anche per chi è arrivato al fallimento dopo aver dominato il mercato. Come Blockbuster, che non ha saputo rinnovarsi quando i DVD sono tramontati o comunque hanno perso appeal per il grande pubblico Eppure, i fondatori di Netflix gli avevano proposto di entrare nel settore dei video online ma la proposta è stata rifiutata.O i videoregistratori, usciti di scena dopo anni di gloria. Secondo noi, in questo caso non si può parlare di flop ma di avvicendamento delle cose, come avviene da sempre.
Allargando il discorso e andando oltre i contenuti del Museo del Fallimento di Helsingborg, diciamo che un altro colosso che dopo un periodo di grande successo non ha saputo state al passo con i tempi è stata la Nokia. I suoi smartphone ma non sono certo i più gettonati e i più conosciuti. Eppure, l’azienda finlandese nel 2003 aveva lanciato una sorta di protosmartphone ma i risultati sono stati deludenti. Questo prodotto è presente nel museo.
IL SENSO DEL MUSEO DEL FALLIMENTO
Il fondatore del Museo, lo psicologo Samuel West, lo ha aperto perché era stanco di sentire solo storie di prodotti andati benissimo, perché ha ritenuto giusto far sapere che sono tanti gli esempi di successi arrivati dopo un fallimento (o anche più di uno) e perché secondo lui bisogna riflettere sugli insuccessi. Insomma, questo spazio espositivo ha anche un valore educativo. Come dice Vinicio Capossela, solo chi cade offre la vista edificante di rialzare il capo dal fondale sottostante.
Cliccate qui per vedere il sito ufficiale del museo. Ne ha aperto uno simile a Hollywood.
Voi andreste a visitarlo? Se sì, in Svezia o negli Stati Uniti? Ditecelo nei commenti.