Qualche tempo fa abbiamo visto che esistono dei tool che ci aiutano a decidere quale parola chiave utilizzare. Riprendiamo questo argomento.
I parametri da tenere in considerazione sono diversi: si va dal volume di ricerca al numero di siti indicizzati con la stessa query.
QUERY E KEYWORD
La query non è altro la ricerca che fa un utente, cioè le parole che digita nella barra bianca di Google, di Bing, di Duck Duck Go, di Ecosia eccetera.
Un altro fattore importante da considerare è questo: chi c’è al primo posto? E da quanto tempo occupa quella posizione? In altre parole, è rischioso sfidare chi è lì anni. Soprattutto se si tratta di colossi come Wikipedia e la Treccani.
Se ci facciamo caso, possiamo notare che questi due siti (o altri simili) sono pressoché insuperabili. Al massimo, una volta sale l’uno e una volta sale l’altro.
Attenzione: sono insuperabili quando si tratta di parole chiave generiche. Al contrario, non sono pensati per fornire risposte a domande a chi vuole sapere come fare qualcosa o dove trovare qualcosa. Anche per quanto riguarda argomenti molto tecnici non è detto che si posizionino ai primi posti.
Pertanto, meglio impostare gli articoli sulle risposte a domande del tipo che abbiamo elencato poco fa o su argomenti di nicchia. In entrambi i modi, possiamo far vedere di essere esperti in un settore. Questo farà crescere la nostra reputazione. E magari qualcuno ci nominerà in un test toma. Ricordiamo che toma significa top of mind awareness e indica la prima marca che viene in mente quando si nomina un tipo di prodotto o un tipo di servizio.
In più. quando si tratta di posti in cui ottenere un servizio o in cui compare qualcosa, è molto probabile che Google (o un altro motore di ricerca avanzato) mostri i risultati in base al luogo in cui si trova il cybernauta.
GOOGLE CI AIUTA
I tool ci possono aiutare a scegliere quale parola chiave utilizzare suggerendoci quelle simili. Uno che lo fa è Ubersuggest. Semrush e Seozoom indicano l’intento ricerca di chi digita una certa keyword.
Google ci dà una mano in molti modi. Ne vediamo quattro.
1) Andiamo su Trends e inseriamo una parola chiave. In fondo alla pagina troviamo le query correlate e gli argomenti correlati.
2) Anche sulla pagina di ricerca c’è la voce “ricerche correlate”. Qui troviamo, inoltre, lo strumento “le persone hanno chiesto anche”.
Inoltre, quando digitiamo una parola, o addirittura una o più lettere, ci dà dei suggerimenti.
3) Ogni giorno, Google ci dice quali sono le ricerche più effettuate.
ALTRI MODI PER DECIDERE QUALE PAROLA CHIAVE UTILIZZARE
Treendly fa qualcosa di simile: ci dice le ricerche di tendenza. Sia in generale sia per quanto riguarda un argomento preciso (ad esempio, copywriting).
Un altro tool interessante è Answer Socrates. È simile ad Answer The Pubblic ma con alcune differenze.
1) È gratis e comunque si possono fare più ricerche rispetto alla sola consentita dalla versione free del tool acquistato non molto tempo fa da Neil Patel.
2) Non presenta uno schema a raggi e non permette di collegarsi direttamente con la pagina di Google inerente alla query. Questo collegamento è utilissimo perché consente di vedere subito il numero di pagine indicizzate.
3) Permette di vedere le ricerche più effettuate Paese per Paese.
Esistono altri modi che ci aiutano a decidere quale parola chiave utilizzare. Che è sì una cosa importante. Così come lo è collocarla bene all’ interno dell’articolo seguendo le regole di Yoast o di altri plug-in. Ma non come scrivere contenuti di qualità.
Come esercizio, provate ad applicare quello che avete letto in questo articolo.