Che cos’è il naming? Il naming è il ramo del marketing che si occupa di dare i nomi alle aziende e ai prodotti (e alle linee di prodotti, come le collane dei libri). Si tratta di una scelta che può incidere parecchio sul successo di un’azienda, di un prodotto o di una linea di prodotti. Quando diciamo “prodotti”, includiamo anche i servizi.
I TIPI DI NOME
Il naming suddivide le scelte in quattro categorie.
Alla prima appartengono le aziende che portano il nome del proprio fondatore. In Italia, gli esempi più famosi sono senza dubbio quello della Rana e quello dell’Amadori.
Tra l’altro, queste due aziende sono accomunate da altri due fattori. il primo è che entrambe operano nel settore alimentare.
Ma, da un punto di vista marketing, il secondo è più interessante: tutte e due hanno o hanno avuto il proprietario come testimonial. Chi non si ricorda degli spot con Francesco Amadori o con Giovanni Rana?
La scelta di dare un nome proprio può riguardare anche un servizio, un prodotto o una linea di prodotti. Inoltre, si può scegliere di dare non il nome del fondatore o della fondatrice ma di una persona a lui o a lei cara.
Possiamo fare l’esempio della Mercedes: Mercedes era il nome della figlia di Emil Jellinek, uno dei fondatori della casa automobilistica di Stoccarda.
Sebbene non si tratti di un prodotto commerciale, facciamo anche quello del Monte Stella di Milano. Stella era il nome della moglie dell’architetto che lo ha progettato, Bottoni. Per chi non lo sapesse, il Monte Stella è fatto con i detriti delle case milanesi distrutte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Prima di proseguire il nostro discorso sul naming, precisiamo che tutte queste tipologie di nomi riguardano aziende, studi professionali, prodotti, servizi, linee di prodotti e così via. In questo modo non lo ripetiamo sempre.
La seconda categoria è quella dei nomi parlanti, cioè quelli che fanno capire subito di che cosa si tratta. Divani&Divani e Poltronesofà hanno fatto questa scelta.
La terza è quella dei nomi evocativi. Non dicono direttamente di che cosa si tratta ma cercano di creare un collegamento implicito, qualcosa che rimandi a quell’idea.
Ad esempio, Virgilio è un riferimento al fatto che è al nostro fianco e ci aiuta durante nostri viaggi in Internet (sempreché usiamo questo motore di ricerca).
Abbiamo poi quelli inventati.
Alcuni nomi sono delle fusioni di parole o di nomi.
Altri ancora fanno riferimento a un luogo o a una tradizione.
LE REGOLE NEGATIVE DEL NAMING
Ma il naming riguarda anche quello che non bisogna fare.
Innanzitutto, bisogna evitare nomi offensivi o ridicoli. Finché è la nostra lingua o una che conosciamo bene è facile. Ma per le altre? Siccome il rischio c’è, bisogna fare delle ricerche approfondite.
Gli esperti di naming sconsigliano anche di mettere un nome troppo legato a un prodotto o a un’attività perché lo reputano troppo vincolante. Secondo loro, se un’azienda si espande e inizia a fare anche altre cose, potrebbe essere un problema.
Per un motivo simile sconsigliano di mettere nel nome sigle come srl eccetera. Infatti, qualora cambi la forma di società, può rappresentare un problema.
Alla luce di quanto detto in questo articolo, voi come chiamerete un’azienda? Fatecelo sapere.
Leggete anche: Gli elementi che formano un dominio personalizzato