Che cos’è la psicologia cognitiva?

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Obiettivi formativi di questa lezione 

Dopo aver studiato questa lezione, i cari amici di Ottimo Academy saranno in grado di:

  • Dare una definizione di psicologia cognitiva e confrontarla con altri approcci alla psicologia, in particolare la psicologia comportamentale.
  • Descrivere brevemente la storia della psicologia cognitiva.
  • Elencare alcune delle questioni discusse in psicologia

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Sebbene la psicologia cognitiva sia una disciplina riconosciuta da pochi decenni, le sue istanze sono state oggetto di riflessioni e domande per migliaia di anni.

La psicologia cognitiva considera quale caratteristica più importante degli esseri umani la capacità di ricevere e di elaborare informazioni dall’ambiente esterno e affronta l’importante questione di ciò che chiamiamo mente e i suoi meccanismi.

In questa lezione offriremo una panoramica della psicologia cognitiva, toccando diversi punti:

  • Storia della psicologia cognitiva
  • La rivoluzione cognitiva
  • Domande chiave in psicologia cognitiva
  • Approccio cognitivo nell’educazione
  • La psicologia cognitiva nelle università
  • Libri di psicologia cognitiva

 

Storia della psicologia cognitiva

Sebbene sia plausibile che il pensiero filosofico inteso come riflessione sull’uomo e sulla società abbia coinvolto gli uomini ben prima della nascita della civiltà greca, le testimonianze scritte attestano l’inizio della storia della filosofia nell’antica Grecia.

In particolare, Platone è stato uno dei primi pensatori a prestare attenzione al linguaggio e a temi che oggi possiamo alla psicologia cognitiva.

 

Platone e la sfida della memoria

Platone si è posto una domanda cruciale: come funziona la memoria?

Per rispondere il filosofo ha scritto che dentro di noi c’è qualcosa che, come la cera, viene scalfito da ogni evento; la resistenza della cera sarebbe differente da persona a persona, una qualità che Platone evidenzia per spiegare la differente capacità di memoria tra ogni essere umano.

Sebbene questa immagine sembri molto semplice e rudimentale, ha un punto in comune con una certa visione della memoria: non distingue tra struttura e contenuto, tra cervello e memoria. Come sappiamo oggi, la memoria è formata da connessioni neurali e la struttura del cervello e il suo contenuto sono una cosa sola.

Altri pensatori contemporanei e successivi a Platone si avvicinarono alla sua visione, come Avicenna.

 

Renato Cartesio e la mente

Dopo Platone, tra gli studiosi più illustri della filosofia moderna e della psicologia ante litteram troviamo il francese Renato Cartesio o René Descartes.

A differenza di Platone, Cartesio credeva fosse necessario distinguere tra il cervello e la mente.

Per esemplificare la sua tesi ha utilizzato le immagini della luce e del calore: la luce riscalda, ma il calore, osserva Cartesio, è un’entità indipendente.

Pertanto, la visione platonica secondo cui il vaso e l’oggetto sono un’unica entità inizia ad essere messa in discussione.

 

Da Cartesio al Novecento

Dopo Cartesio, la maggior parte degli studiosi nella storia della scienza e della filosofia hanno indagato, ognuno con metodi e obiettivi specifici, argomento come il cervello e la mente umana.

Ad esempio, John Locke ipotizzò che il cervello umano memorizza tutto sotto forma di un’immagine.

Alcuni dei suoi successori smentirono questa ipotesi considerandola è errata o quantomeno incompleta, osservando che concetti astratti come la giustizia o la verità non possono essere associati a un’immagine e memorizzati come tali.

Tra il XIX secolo e il XX secolo, gli studi sulla memoria e sul sistema cognitivo sono diventati più scientifici e accurati.

In particolare, Wilhelm Wundt si affidò al metodo dell’introspezione.

Ma anche questo metodo non si rivelò del tutto efficace ed obiettivo.

Immagine di un Gatto

 

 

 

 

 

 

 

Supponiamo che un ricercatore chieda a un gruppo di persone qual è la forma geometrica dell’orecchio di un gatto.

Probabilmente risponderesti, insieme a molte altre persone, che è un triangolo.

Il ricercatore indaga sui motivi di questa scelta: avete immaginato un gatto, rispondete, e avete visto che il suo orecchio era un triangolo.

Il ricercatore conclude che gli esseri umani, per rispondere alle domande, in primo luogo associano un’immagine nella loro mente.

 

Questa conclusione sulla memoria visiva sembra essere coerente, soprattutto se supportata dalla risposta di una larga parte del campione intervistato.

Ma supponiamo che qualcuno dia una risposta differente: l’intera ricerca è  messa in discussione, perché non ci sono criteri oggettivi per sapere quanti abbiano ragione.

Questo semplice esempio dimostra che non è possibile affidarsi alla soggettività dei singoli e in particolare all’introspezione per dedurre certezze e verità scientifiche.

 

L’ascesa dei comportamentisti

Le debolezze e i limiti emersi dallo studio della mente attraverso l’approccio introspettivo ha permesso l’affermarsi della psicologia comportamentista, di cui Ivan Pavlov e Burrhus Skinner furono i principali esponenti.

Gli psicologi comportamentisti hanno studiato i comportamenti osservabili in reazione a stimoli misurabili: pensiamo ad esempio agli esperimenti sul condizionamento di Pavlov, che potrebbero essere descritti e misurati con precisione ingegneristica.

Negli stessi anni si affermarono le prime teorie cognitive, cui però si prestava poca attenzione anche nel mondo accademico a favore dell’approccio comportamentista.

 

La rivoluzione cognitiva

Con lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione emersero nuovi interrogativi su similitudini e differenze tra essere umano e macchine, tra mente umana e computer.

Le risposte del comportamentismo, che vedeva il cervello come una scatola nera e gli esseri viventi governati da meccanismi di stimoli e risposte, non bastavano più.

Che cosa succede nel cervello? Come fa la mente umana a ricordare, imparare e scegliere?

La crescita dell’industria informatica e lo sviluppo di tecnologie sempre più raffinate, come quelle dell’ingegneria medica (pensiamo alla macchina MRI per tracciare l’attività cerebrale), ha aperto nuovi orizzonti di conoscenza sul cervello e sul funzionamento della mente umana.

Non più una scatola nera, ma un organo complesso, rappresentato come una materia grigia, che i nuovi mezzi permettevano di analizzare con più precisione.

È in questo contesto che la psicologia cognitiva ha assunto un’importanza preminente su tutti gli altri approcci psicologici, tanto da parlare di una vera e propria rivoluzione cognitiva.

 

Domande chiave in psicologia cognitiva

Dopo questa premessa storica, possiamo chiederci quali sono le domande a cui la psicologia cognitiva può aiutarci a rispondere.

Di seguito elenchiamo alcuni degli argomenti più trattati in psicologia cognitiva:

  • Come avviene la percezione nella nostra mente? Come riceviamo ed elaboriamo le informazioni sul mondo che ci circonda?
  • Che cos’è la memoria? Come funziona la memoria umana? Perché alcuni di noi hanno una memoria più forte o più debole di altri?
  • Come funziona la capacità di concentrazione? In che modo la psicologia può aiutarci nella gestione dell’attenzione?
  • Come funziona il processo decisionale nella nostra mente? Cosa succede quando il cervello sceglie un’opzione e ne scarta un’altra, in un momento di valutazione?
  • Qual è il processo di problem solving? Perché la capacità di affrontare e risolvere i problemi è più forte in alcuni e meno in altri? Il problem solving è davvero un’abilità? Possiamo dire che l’uomo è più capace di altri esseri viventi nel riconoscere e risolvere i problemi?
  • Che cos’è la simulazione mentale e come avviene? Cosa accade nel cervello quando, ad esempio, ci immaginiamo all’interno di una nuova casa che desideriamo comprare e ne definiamo il valore economico? Quali opportunità e minacce crea per noi una tale capacità?
  • Quali sono i più comuni errori cognitivi della mente umana?

 

Approccio comportamentale nell’insegnamento e nell’apprendimento

Nella visione comportamentista l’educazione e l’apprendimento sono fondati su meccanismi come il condizionamento, la punizione o la ricompensa.

Ma l’approccio della psicologia cognitiva all’educazione è molto diverso.

 

Approccio cognitivo nell’educazione

La psicologia cognitiva considera il cervello umano una macchina di apprendimento molto complessa con processi multipli e correlati.

Questa disciplina cerca di suddividere questo sistema complesso in più parti e di analizzare le prestazioni di ciascuna di esse.

Questi sono solo alcuni dei quesiti che la psicologia cognitiva si pone nell’educazione e nell’analisi dell’apprendimento:

  • Quali strategie si possono mettere in campo affinché lo studente ricordi i concetti appresi?
  • Come si può insegnare agli esseri umani ad avere un pensiero quanto più possibile libero dai pregiudizi?
  • Come possono gli esseri umani memorizzare ciò che hanno appreso a un livello più astratto e applicarlo in situazioni reali e concrete usando l’analogia?
  • In che modo il cervello archivia le sue conoscenze e le integra con nuove conoscenze, ipotesi e teorie?

 

La psicologia cognitiva nelle università

Oggi la psicologia cognitiva è una disciplina diffusa in molte università e istituzioni educative in tutto il mondo.

Oltre alla psicologia cognitiva, si sono affermati molti altri insegnamenti complementari, come la linguistica e la neurolinguistica, i modelli cognitivi, la statistica e l’analisi dei dati, la filosofia della mente, i metodi di ricerca sperimentali nelle scienze cognitive e i fondamenti della neurologia.

 

Libri di psicologia cognitiva

La letteratura sulla psicologia cognitiva è ricca di pubblicazioni.

Ad aprire la strada troviamo i testi fondamentali di Steven Pinker e Daniel Kahneman, che abbiamo approfondito anche in Ottimo Academy (in particolare The Better Angels of Our Nature di Pinker e Thinking, Fast and Slow di Kahneman).

Tuttavia non possiamo dimenticare l’importante contributo di studiosi come Noam Chomsky, Daniel Dennet e Urlic Neisser, che nel 1967 ha coniato il nome di questa disciplina con la pubblicazione dell’articolo Psicologia cognitiva (Cognitive Psychology).

Se sei interessato ad approfondire ulteriormente l’argomento, puoi fare riferimento a questi testi:

 

[Articolo correlato: Che cos’è la psicologia dello sviluppo]

[Articolo Correlato: Che cos’è la psicologia sociale]

[Articolo Correlato: Che cos’è la psicologia comportamentale]

[Articolo Correlato: Che cos’è la psicologia positiva]

 


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