In un testo non sono importanti soltanto il contenuto, il lessico, il tono di voce, lo stile e la formattazione: anche il font lo è.
Nell’articolo precedente, abbiamo detto che un font deve essere leggibile. Aggiungiamo che la leggibilità dipende molto dal tipo di supporto. Pertanto, un carattere che va bene per un articolo scritto su un foglio di carta potrebbe non andare bene per un articolo online.
CARRELLATA DI FONT
Alcuni font sono perfetti per i titoli, altri per i testi lunghi, altri ancora per gli slogan perché si adattano meglio ai cartelloni.
Tuttavia, non basta. Infatti, un font deve essere coerente con le emozioni e le sensazioni che si vogliono suscitare e con l’idea e con il messaggio che si vogliono trasmettere.
Qualche tempo fa vi fu un po’ di polemica perché il Cern aveva utilizzato il Comic Sans per spiegare il Bosone di Higgs
Ora, il Comic Sans è un po’ bistrattato e in effetti per i testi seri non è proprio il massimo. Ma non è nato per dei testi seri: chi lo ha creato, il tipografo Vincent Connare, doveva far parlare un cane giallo “incaricato” di spiegare le cose ai bambini e disse: “I cani non parlano in Times New Roman!“.
È un font un po’ naïf e giocoso. E infatti, lo si usa soprattutto per i fumetti. È un caso che in inglese fumetti si dica comics e che questo font si chiami comic sans?
Anche in altri casi il nome del font ci può far capire perché è stato creato.
Come scegliere il font
L’esempio più famoso è forse quello del Times New Roman. La presenza della parola Times ci fa capire che è finalizzato per ottimizzare lettura dei giornali.
Allo stesso modo, il carattere Elzeviro, dal nome di una famiglia di stampatori olandesi (gli Elzevier), è spesso utilizzato per scrivere gli elzeviri, che sono articoli di carattere culturale (il più delle volte sono recensioni di libri, di film, di mostre o di spettacoli teatrali).
Per scegliere un font, bisogna scrivere qualcosa inerente a un’attività o uno slogan e fare delle prove. Quello che vediamo ci convince? Il messaggio risulta credibile?
Gli esperti di comunicazione dicono che lo slogan di Obama (Yes, we can) è stato così efficace anche perché è stato scelto il Gotham.
L’altro giorno ho visto dei cartelloni pubblicitari di una compagnia di assicurazioni. Ha scelto l’Helvetica, un font volutamente neutro e allo stesso tempo elegante. Mi è sembrata una scelta appropriata.
Serif e sans serif
L’Helvetica è un font sans serif (da cui anche il nome Comic Sans).
Che cosa significano i termini serif e sans serif? I serif, detti anche grazie, sono quelle specie di decorazioni che troviamo sulle lettere. Quelli sans non le hanno (sans in francese significa senza). Sono detti anche bastone.
Per capire bene la differenza, scrivete una T maiuscola (bella grande) con il font Helvetica e una utilizzando il Times New Roman. Se ci fate caso, nel primo caso la linea orizzontale è netta. Invece, dai lati di quella dell seconda T scendono delle piccole asticelle. Quelle sono i serif.
Prima di concludere, ci permettiamo di darvi un consiglio: se non vi sentite sicuri e ferrati, usate pure i font più diffusi (Times New Roman, Arial, Helvetica, Verdana, Calibrì).
Come esercizio, divertitevi a trovare il font più adatto a un tipo di prodotto o di servizio scelto da voi.